Quattro lunedì, da fine giugno e fine agosto e un obiettivo importante, la fornitura di occhiali ai lavoratori detenuti della casa circondariale di Bollate. È l’impegno che ha coinvolto diversi ottici optometristi associati a Federottica Milano Acofis per una causa meritoria, sottoporre ad analisi visiva e fornire gli occhiali ai detenuti lavoratori. L’iniziativa “Vista e occhi-Ali per la libertà” è stata realizzata dalla territoriale milanese in collaborazione Cooperativa Sociale Bee.4, con il supporto delle aziende Centro Style, Visionix e Tokai.
I numeri
Dal 26 giugno al 17 luglio, ogni lunedì, gli ottici optometristi volontari Gabriella Pagani, Michela Salerno, Fabio Lusardi, Roberto Cazzini, Piero Savorelli, Matteo Castellani, Paola e Marco Rovellini, Mauro Rosa, Matteo Brignoli, Andrea Visconti, Alessandro Asinari, Michela Spertini e Giorgia Trovato si sono alternati per sottoporre a controlli visivi i lavoratori detenuti. Le analisi visive effettuate sono state 66, con la realizzazione di 69 occhiali, di cui 3 neutri, 47 monofocali e 19 progressivi, che sono stati consegnati in tre diverse giornate: 4 e 25 settembre, 3 ottobre.
«Un grosso plauso – sottolinea, a Ottica Italiana, Gabriella Pagani, presidente di Federottica Milano Acofis – va a tutti i colleghi e a Marco Barajon, che è nostro il responsabile delle iniziative sociali, e che ha seguito tutto il progetto, dalla fornitura degli occhiali alle lenti con Tokai fino alle spedizioni, sempre molto da vicino.
Il valore dell’iniziativa
«È molto alto – aggiunge Pagani – perché sono lavoratori interni, sono persone che comunque non escono a lavorare, a differenza di altri detenuti e, quindi, non hanno sicuramente la possibilità di avere un servizio visivo come quello dell’analisi visiva e della fornitura dell’occhiale su misura, perché questo può avvenire solo con un ottico optometrista in presenza. Il grosso valore aggiunto è l’essere riusciti ad allestire all’interno dell’area industriale – come la chiamano loro – dove hanno questi open space per attività d’ufficio e l’area più di officina, dedicata ai lavori manuali, una zona dedicata alla refrazione. Inoltre, siamo riusciti a far trasferire nell’area maschile anche le donne lavoratrici, dal reparto femminile al reparto maschile, cosa che non era mai successa prima, perché sono completamente separati ed è vietato alle donne accedere ai reparti maschili e viceversa».
L’auspicio di Federottica Milano Acofis è di poter ripetere in futuro l’iniziativa, «magari non l’anno prossimo, però almeno ogni due anni. Se c’è la possibilità – conclude Gabriella Pagani – e ci sono le risorse, anche umane, a disposizione vorremmo continuare il progetto. Agli associati è piaciuto tantissimo e hanno aderito con un entusiasmo veramente unico. Anche per questo abbiamo voluto organizzare, come Federottica Milano Acofis, una cena conviviale per i volontari e il Consiglio direttivo presso il ristorante “In galera”, presente all’interno del carcere stesso».