Mancano poco più di due mesi alla fiera parigina e già si preannuncia una ottima partecipazione, dal punto di vista degli espositori, come ci racconta Isabel Beuzen, responsabile comunicazione di Silmo Paris.
«Silmo 2023 si annuncia sotto ottimi auspici, si conferma come punto d’incontro di tutta la filiera e della professione dell’ottica e già siamo a un risultato superiore – rispetto all’edizione 2019 – per quanto riguarda le aziende presenti in qualità di espositori. Avremo, tra l’altro, il ritorno delle aziende cinesi nel padiglione orientale».
Si ritorna, quindi, ai livelli di partecipazioni pre-pandemia. Per quanto riguarda l’Italia sarà ben rappresentata a Parigi?
«La partecipazione italiana è molto soddisfacente, ad oggi abbiamo oltre 90 aziende che saranno presenti in settembre a Silmo e, con piacere, abbiamo registrato il ritorno di alcuni marchi, assenti da qualche anno e che verranno nuovamente a esporre a Parigi. Diciamo che, già dall’edizione del 2021 in poi, c’è un graduale rientro di espositori in fiera».
Il leitmotiv di questa edizione del Salone è sentirsi “Generazione Silmo”: riguarda tutti, sia ottici sia aziende?
«Il tema della Generazione Silmo si è imposto in maniera naturale, perché vediamo che presso le aziende produttrici e gli ottici si tramanda la tradizione familiare. Cito ad esempio Morel e Lafont, ma anche in Italia ci sono tanti esempi. Generazione Silmo vuol dire essere nati, o aver fatto i primi passi della professione, grazie anche a Silmo. Io stessa ne sono un esempio, perché professionalmente sono nata lavorando per il Salone, mi definisco una “figlia del Silmo” e lo stesso fanno diversi espositori, perché Silmo è stato il momento in cui si sono aperti al mondo dell’ottica. Far parte della “Generazione Silmo” significa anche avere un attaccamento a questo settore, perché ci sono tante persone che cambiano ruolo o azienda, ma è difficile che cambino settore di mercato. Significa anche essere indipendenti, saper scegliere, andare a cercare dei nuovi stimoli e questo lo possono avere tutti quegli ottici che si riconoscono nella loro professione».