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Ottici e optometristi valorizzati nel Piano Socio Sanitario Lombardo 2024-2028

di M. Lan.
12 Luglio 2024
12:53
La figura inserita in due Odg. Ottenuto questo ottimo risultato il passo successivo sarà rendere operativo il coinvolgimento dell’ottico e optometrista in progetti sperimentali a supporto del Ssr.

È ormai ufficiale, in Regione Lombardia sono stati pubblicati i documenti allegati e lo stesso PSSL 2024-2028, andato in discussione e approvato il 25 giugno scorso in Consiglio Regionale. Nella votazione sono stati approvati ben due Odg (Ordini del Giorno) collegati al Pda 10 “Piano Sociosanitario integrato lombardo 2024-2028”, che riguardano il coinvolgimento dell’ottico e optometrista come figura professionale all’interno dei centri ottici che può contribuire alla riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni in campo oculistico.

«È sicuramente un altro passo molto importante per la nostra categoria – dichiara Gabriella Pagani, presidente Federottica Lombardia – giunto dopo oltre 10 anni di grande lavoro da parte di Renzo Zannardi, past-president di Federottica Lombardia, che ho sempre affiancato in questi anni: insieme, oggi, raccogliamo i frutti di decine di incontri in Regione, continue relazioni con tutte le parti politiche per ottenere un’approvazione il più larga possibile, incontri pubblici pre-elettorali e convegni in Regione Lombardia».
Il Report del Crems, già nel 2014, individuava la possibilità, tramite l’utilizzo delle prestazioni professionali dell’ottico e optometrista, di una riduzione delle liste d’attesa in campo oftalmologico e anche un guadagno in termini economici nella gestione delle cronicità. «Dopo i due anni di pandemia – dice il presidente – i bisogni visivi dei cittadini sono aumentati, perché le persone da un lato sono state costrette dall’emergenza sanitaria a rimandare a tempi migliori le visite oftalmiche e spesso anche le cure, dall’altro hanno vissuto situazioni di maggiore stress per i propri occhi, trascorrendo molto più tempo davanti a Pc e dispositivi elettronici».

Pagani prosegue ricordando come le azioni dell’associazione lombarda avessero portato già ad un ulteriore passo avanti nel 2021 quando «siamo riusciti a far inserire la figura dell’ottico nella Riforma Sanitaria lombarda, tassello decisivo per poter essere operativi. Oggi nell’Odg 642 i centri ottici sono considerati al pari delle farmacie di servizio, essendo ugualmente diffusi sul territorio, venendo coinvolti con le proprie prestazioni tecniche a favore di una decongestione dei presidi ospedalieri (esame della vista, attività di prevenzione oftalmica, teleoptometry). Nell’Odg 555 si auspica la possibilità di convenzioni, anche sperimentali, con gli ottici e optometristi, in presenza di tempi di attesa particolarmente critici e impattanti sulle condizioni di salute dei cittadini, per aumentare la capacità di erogazione delle prestazioni tecniche oftalmiche.
Siamo veramente molto soddisfatti dei risultati ottenuti e ringraziamo le varie parti politiche lombarde che ci hanno sempre sostenuto riconoscendo il bisogno del cittadino ad accedere a servizi visivi più rapidi, a diagnosi e cura più tempestive così da ridurre le cronicità».

Ottenuto questo ottimo risultato, il passo successivo sarà quello di rendere operativo il coinvolgimento dell’ottico e optometrista a supporto del Servizio Sanitario Regionale, in considerazione anche del fatto che in campo oculistico in Lombardia c’è un importante problema che riguarda le liste di attesa.
«Adesso possiamo essere coinvolti attivamente – aggiunge Gabriella Pagani a Ottica Italiana – quindi possiamo organizzare uno o più progetti sperimentali all’interno del Piano Socio Sanitario 2024-2028. In questo periodo, attraverso delle sperimentazioni possiamo dimostrare, come già scritto nel report del Crems, che siamo utili effettivamente a ridurre le liste d’attesa. In pratica, i progetti, su aree territoriali particolarmente critiche, potranno valorizzare l’attività professionale dell’ottico e optometrista attraverso test di prevenzione visiva, anche con l’aiuto della telerefertazione, tramite l’analisi visiva e tutte le prestazioni puramente tecniche di sua competenza.

«Questi due atti ufficiali sono – secondo Federottica Lombardia – il riconoscimento professionale più elevato mai ricevuto dalla categoria da parte delle Istituzioni italiane. Questo non è avvenuto in Lombardia per caso, infatti tutto iniziò proprio a Milano nel 1946 con la nascita di Acofis, seguì la prima scuola regionale triennale di optometria (Isso gestito per oltre 30 anni da Acofis), sfociata poi nel primo corso di laurea in ottica e optometria all’università di Milano Bicocca. Riteniamo che questi recenti risultati siano semplicemente delle griglie di partenza di un nuovo percorso; la nostra speranza, come indicato dal report del Crems, è di poter essere maggiormente utili al Servizio Sanitario Regionale, come lo siamo ogni giorno nei nostri centri ottici al servizio dei cittadini».

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