Il ricordo di Giulio Velati è molto forte nei colleghi che hanno condiviso con lui un lungo percorso professionale all’interno di Federottica e nel settore. Iniziamo a pubblicare i primi pensieri e i primi attestati di stima e riconoscenza arrivati a Ottica Italiana. Chi volesse inviare il proprio ricordo può scrivere a redazione@optoservice.info.
«Non si può certo dire che a Giulio Velati difettasse il coraggio. Ne aveva da vendere – sottolinea Ruben Razzante – e lo dimostrava in tutto ciò che faceva. Mai una sfida lo ha colto impreparato. È sempre riuscito a trasformare le difficoltà in opportunità, nella professione come nella vita, mostrando la tempra dei grandi uomini e l’orgoglio dei condottieri che non si risparmiano mai. Sapeva riconoscere il talento negli altri e motivare i suoi collaboratori a impegnarsi sempre di più in ciò che facevano. I suoi giudizi netti sulle situazioni non erano indice di estremismo preconcetto bensì di sintesi virtuosa dei molteplici punti di vista. Aveva il coraggio delle sue idee ma rispettava lealmente chi la pensava in modo diverso, essendo animato da un maturo spirito pluralista e da un profondo senso di giustizia. Negli anni di mia collaborazione con Federottica, ho supportato lui e Mauro Di Terlizzi nelle interlocuzioni istituzionali per il riconoscimento della professione di ottico optometrista. Ricordo nitidamente la loro sincerità d’animo nel portare avanti quella causa. A me di Giulio mancheranno i siparietti e le battute simpatiche ma anche gli affettuosi commenti ai miei post sui social, quando mi incoraggiava a non demordere nelle mie battaglie per la qualità dell’informazione e per la libertà di pensiero di tutti. Al di là della professione che ha svolto, peraltro egregiamente e ad altissimi livelli, Giulio Velati è stato un precursore e un testimone autentico del principio della valorizzazione delle competenze. Le sue azioni ammirevoli nel volontariato e nell’aiuto ai meno fortunati svelano anche la sua profonda umanità. La memoria del tanto di buono che ha fatto nella vita sarà un faro per amici e colleghi».
«Quando ti arrivano notizie – scrive Giuseppe Ciarfera – come quella della scomparsa di Giulio Velati con il quale abbiamo condiviso tante battaglie per la nostra professione e creato un rapporto che va al di là che essere semplicemente colleghi, si rimane attoniti e costernati. Con Giulio ci siamo conosciuti più di trenta anni fa quando facevamo parte dell’assemblea nazionale di Federottica come consiglieri. Giulio è stato uno dei pionieri dell’Optometria in Italia, portando a beneficio di tutti la sua idea di optometria. É stato uno dei più grandi sostenitori e realizzatori dei corsi di laurea in Ottica e Optometria, in Italia. Grande conoscitore della materia a livello mondiale, intuì l’importanza di fare parte di organizzazioni a livello internazionale. Grande rapporto di amicizia e stima fu instaurato con i colleghi spagnoli, per perorare la causa di un riconoscimento della nostra professione a livello europeo e anche in Italia. Prima come presidente dell’Albo degli Ottici Optometristi e, successivamente, come presidente di Federottica, ha cercato di innovare a livello legislativo, a livello culturale, a livello di mercato la nostra amata professione.
Molti sono i ricordi che ci legano, da sottolineare il suo amore per la sua terra e la sua città Gallarate che lui scherzosamente chiamava “the center of the universe”. Oltre al suo impegno per la categoria, Giulio aveva una grande sensibilità per i problemi delle persone più fragili. Non a caso è stato il fautore del progetto della salute visiva negli Special Olympics in Italia. Nonostante il suo grande spessore professionale, culturale e di ruoli istituzionali ricoperti, si rapportava con tutti in maniera paritaria, denotando, con questo atteggiamento, la sua umiltà e grandezza. Grande appassionato di viaggi e gastronomia era davvero un piacere stare a tavola con lui. Ci mancheranno tante cose di te Caro Giulio, ma resteranno le tue opere e gli insegnamenti che ci hai dato, grazie! Il tuo amico Giuseppe».
«Con la scomparsa del collega Giulio Velati – ricorda Domenico De Simone – un altro pezzo di storia della Federottica e dell’optometria italiana se ne va con lui, che ha rappresentato il filone fondativo della nostra associazione di categoria, insieme agli amici scomparsi molto presto, come Giuseppe Ricco, Enrico Ruggerone, l’avvocato Roberto Vigano, Mauro Di Terlizzi, Fabio Zanacchi e tanti altri che si sono trovati, sin da giovanissimi a vivere l’esperienza associativa con grande senso di responsabilità e soprattutto nell’impegno di tante battaglie sindacali, professionali e culturali, combattute per garantire il futuro della nostra professione. Senza andare tanto indietro nel tempo, direi che gli anni Ottanta e Novanta, insieme ai primi anni Duemila, sono stati anni decisivi per le conquiste oggi garantite, come i corsi di laurea in Optometria, l’avanzamento della professione su tutti i fronti e la consapevolezza che la categoria andava avanti in Italia sullo standard europeo più avanzato, guardando al modello formativo anglosassone e americano, visti come l’obiettivo finale da raggiungere. Avevamo perciò tutti un sogno, il grande sogno dell’optometria che diventava realtà, passo dopo passo, grazie al lavoro di questi pionieri a cui dobbiamo tanto ancora oggi.
Io mi considero fortunato perché ho vissuto con questa generazione, per la maggioranza nata negli anni Quaranta, come Giulio, il meglio dell’attività sindacale di quegli anni. Com’era Giulio? Giulio era il collega, il presidente e l’amico sempre disponibile per studiare, comprendere, ascoltare tutti ed agire con la migliore strategia possibile per raggiungere certi obiettivi. Il suo telefono, negli anni caldi dell’avanzamento professionale, squillava di continuo per collegare quel filo rosso che ci teneva sempre uniti. Fedelissimo allo storico presidente Giuseppe Ricco, era sempre pronto per le missioni impossibili: viaggi a Roma ai ministeri, visite e convegni delle Assopto, contatti con il mondo delle aziende e delle università, rapporti internazionali con i colleghi europei, collegamenti con la base con cui manteneva un filo diretto spiegando a tutti, anche all’ultimo arrivato, ogni mossa da compiere. Sempre accomodante, comprensivo e gentile con i colleghi, era anche diretto e chiaro sul da farsi, senza mai alzare la voce. Anzi, nei momenti difficili era rassicurante ed ottimista, quasi avesse o scorgesse, perfino nei momenti critici, un piano alternativo da realizzare. Sempre di buon umore, era un piacere stargli accanto anche nelle pause di lavoro o in occasione di qualche viaggio di gruppo. Un altro suo lato positivo era la fiducia e l’attenzione che mostrava verso i giovani e il loro futuro. Amava la vita nella sua interezza, e questo, pur nel dolore immediato della sua perdita, ci consola, anche per la passione e l’impegno che metteva in ambito sociale negli Special Olympics, dove a partire dal 2017 era direttore generale Lombardia, e nella direzione clinica del programma internazionale Opening Eyes. Grazie anche per questo Giulio, e per tutto quello che hai fatto per il bene comune della categoria».
«Oggi 1° dicembre 2023 – dice Simone Santacatterina – ti abbiamo salutato per l’ultima volta, anche il cielo piangeva. Come è stato detto anche durante la predica, “semina e raccogli”, due azioni che tu hai fatto per tutta la vita, sapendo che alcune cose vengono iniziate e potrebbero venir portate a termine da altri. Così è la vita, così ognuno di noi avrà l’obbligo di portare avanti e concretizzare i tuoi grandi sogni per la nostra professione. Grazie Giulio per tutti gli insegnamenti, per avermi trasmesso una passione infinita e per tutto l’impegno che hai messo nella tua vita fino all’ultimo minuto. Ciao Giulio».
«Caro Giulio, questa lettera – scrive Gabriella Pagani – avrei voluto leggerla al termine della celebrazione dei tuoi funerali, poiché era, a mio parere, doveroso un ringraziamento pubblico da parte di Federottica; purtroppo una brutta influenza passeggera, ma puntuale non me l’ha consentito. Ti scrivo oggi, di domenica, e penso a quante tue domeniche hai dedicato alla Professione, quanto tempo della tua vita hai sacrificato per la nostra categoria, numeri inimmaginabili che solo i tuoi familiari e pochi altri conoscono. Il lavoro duro non ti ha mai spaventato, anzi eri esempio di inesauribili energie sempre.
La tenacia è stata sicuramente una tua qualità, ma anche la gentilezza, la disponibilità e soprattutto l’accoglienza verso i giovani colleghi: sei stato capace di costruire e far crescere le persone che ti hanno incontrato sul loro cammino, sempre con il sorriso. Ho iniziato con te la bellissima esperienza con Special Olympics fondando Solcioe Italia Onlus con un ottimo team di colleghi e amici, occupandomi con Simona della segreteria e del magazzino, anni felici con i nostri angeli speciali.
Oggi rivesto in Federottica diversi incarichi e, come ben sai, non è facile, la strada per ottenere un riconoscimento è a dir poco sempre ardua, gli attacchi alla nostra professione sempre più vigliacchi. Spero che all’interno della categoria l’importante sia, come lo era per te, solo il bene comune per il riconoscimento della professione come professione sanitaria. Tu, insieme ad altri coraggiosi, avete realizzato il sogno per l’ottico optometrista, il primo corso di laurea all’Università Bicocca, tassello indispensabile per la professione. Si continua a lavorare duramente in questa direzione, l’obiettivo è il medesimo e, dunque, professione sanitaria sia! Con il sostegno di tanti pionieri dell’optometria che ci assistono dall’alto, non potremo che lottare per raggiungere la meta con tutte le nostre forze, come ci hai insegnato. Grazie Giulio. La tua Gabriellina».
«Oggi piango Giulio – dice Pasquale Gragnaniello – un amico carissimo, cordiale, affettuoso e generoso. La sua figura e la sua passione politica per la nostra professione rimarranno sempre vivi nel nostro ricordo e continueranno a esserci d’esempio. L’Italia perde uno dei protagonisti della storia dell’ottica e dell’optometria, un uomo che ha saputo ricoprire ogni incarico con forte personalità e, soprattutto, con grande rispetto verso tutti. Se ne va una persona singolare, straordinaria e una parte della nostra storia, a tutti noi da oggi mancheranno il suo affetto, la sua intelligenza, la sua passione, il suo sostegno ma Il suo sorriso è l’assenza che più fa rumore dentro di noi».
«Giulio è stato prima di tutto – afferma Marco Barajon – un amico e una figura di riferimento per me. Ho potuto apprezzare in tutti questi anni la sua disponibilità gentilezza e competenza.
Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati era in North Caroline, in occasione degli Special Olympics. Lui stava diventando direttore clinico di Opening Eyes per l’Italia e io, da lì a poco, presidente di Solcioe Italia, creata con altri colleghi e naturalmente lui. Poi mi ha chiesto se volevo entrate in Federottica e con lui ho fatto 2 mandati, come consigliere e membro di giunta. Anche, qui, ho potuto apprezzare la sua devozione alla professione. Mi mancherai».
«Indelebile per me il ricordo di Giulio Velati – dice Silvana Ferrante – da sempre punto di riferimento certo per la categoria degli optometristi. Nel suo ruolo, Velati è sempre stato vicino al Premio Ferrante, a partire dalle prime edizioni per poi seguirlo negli anni della crescita, con affetto. Una figura di rilievo assoluto cui va oggi il nostro pensiero commosso; alla sua famiglia un abbraccio e le condoglianze più sentite».
«Nei primi anni Settanta ero un giovane ottico, poco più che un ragazzo – ricorda Renzo Zannardi – ebbi la fortuna di conoscere il gruppo dei pionieri storici dell’optometria italiana che mi coinvolsero e aggregarono; subito mi spinsero a fare gli screening visivi nelle scuole dell’alto milanese. Dopo qualche mese mi convinsero a frequentare i nascenti corsi di Optometria regionali. I pionieri erano guidati da un gigante barbuto di nome Giuseppe Ricco (al quale era davvero difficile dire di no), il suo amico fraterno (anche nella vita) era Giulio Velati. Si trattava di un gruppo di “visionari” che risiedevano, con i loro centri ottici, tra Milano e Varese (con l’aggiunta di alcuni colleghi liguri e piemontesi). Questo gruppo di pionieri aveva il chiodo fisso dell’optometria come professione sanitaria, oltre alla prevenzione e formazione universitaria. Ne parlavano continuamente. Per un giovane com’ero io (poco più di 20 anni), non erano obiettivi al centro dei miei pensieri. Però, ero affascinato dal loro entusiasmo e dalla loro preparazione. Iniziai anch’io a studiare con passione e partecipavo attivamente a tutti i dépistage che venivano organizzati: tram, navi, scuole, autodromi, fiere… Al secondo anno di optometria mi avevano già completamente contagiato, ero già uno di loro, con orgoglio lo sono ancora. Ricordo Il duo Ricco-Velati come dei veri vulcani che eruttavano in continuazione idee e strategie politiche. Giulio Velati, nel 1983, fu uno dei promotori dalla realizzazione dell’aula sperimentale d’Ispra (aula tipo) come esempio di prevenzione primaria. Giulio Velati occupò molti ruoli associativi apicali all’interno di Federottica, a partire dalla presidenza di Assopto Varese dal 1978 al 1998; Giulio ha occupato importantissimi ruoli internazionali: Wco ed Ecoo (dal 1987 al 2002). Poi dal 1997 al 2002 è stato presidente dell’Albo degli Ottici Optometristi. In questo ruolo ebbe l’opportunità di partecipare attivamente (da protagonista) alla realizzazione un suo primo sogno: far nascere in Italia il primo corso di laurea in Ottica e Optometria a Milano Bicocca. Nel 2003 Giulio fu eletto presidente di Federottica nazionale e sotto la sua presidenza nacquero diversi altri corsi di laurea in Ottica e Optometria in università pubbliche sparse in tutta l’Italia. Fino alla fine Giulio Velati è stato co-direttore clinico, promotore e attivo partecipante alle Special Olympics. Nel 2011, sotto la sua presidenza nazionale, sembrava fosse possibile realizzare anche il secondo sogno, regolamentare la professione sanitaria di ottico optometrista. Purtroppo, all’ultimo minuto sfumò. Per Giulio Velati fu una delusione terribile. Decise di portare in tutte le territoriali di Federottica un progetto denominato il “Filo Rosso”, che illustrava tutto il percorso fatto e come fallì. Nel 2013 ha cessato la carriera per raggiunti limiti di nomina. Sono terminati i ruoli ma non è certamente finita la sua passione per la professione. Con Giulio ho sempre avuto rapporti trasparente e leale, quando non condividevo alcune sue scelte, o metodi decisionali, l’ho sempre fatto presente. Quando lui non aveva più ruoli, mentre io ne avevo assunti d’importanti, sia a livello territoriale sia a livello nazionale, ho fatto tesoro di tutto quello che era accaduto durante la sua gestione. Anche in questi ultimi anni, nei momenti per me importanti, come l’inserimento degli ottici nella riforma sanitaria di Regione Lombardia, Giulio mi ha sempre fatto sentire la sua stima e vicinanza e sostegno. Oggi che è volato in un altro spazio, sono certo che sarà ricongiunto con Giuseppe Ricco, Jeff Longoni, Ugo Frescura… e saranno impegnatissimi a parlare di optometria. Per noi, che siamo ancora nel tempo, è aumentata ulteriormente la responsabilità di realizzare il loro mantra della professione sanitaria di ottico optometrista, mantra che è anche il nostro».
«Giulio Velati è stato uno dei primi personaggi “importanti” – racconta Alessandra Salimbene – che ebbi modo di conoscere nel mondo dell’ottica, all’inizio della mia carriera. Pochi anni dopo, ebbi il piacere e l’onore di collaborare con lui in modo continuativo e assiduo prima nell’ambito delle attività di Federottica per vari progetti di formazione e per lo sviluppo del sito web dell’associazione e poi per un lungo progetto di marketing con Ottica Velati. Erano gli anni dal 2009 al 2011 e fu per me un’esperienza formidabile collaborare con Giulio, Laura e Renzo nell’impostare un progetto di marketing innovativo per quel centro ottico straordinario, fino ad arrivare alla sua completa ristrutturazione. Era come uno zio affettuoso, Giulio, un uomo gentile e pacato, pieno di racconti, di arte e di poesia. In sala di refrazione aveva costruito un suo metodo, tramandato e poi ulteriormente sviluppato dal figlio Renzo, che rendeva l’attività professionale qualcosa di differente da quella di tutti i centri ottici che conoscevo. Giulio amava la sua famiglia, amava l’ottica, amava il buon cibo, amava la bella compagnia, amava la sua Gallarate, che scherzosamente chiamava il “centro del mondo”. Era un uomo che aveva una missione. Mi risuonano le sue parole dolci durante la mia gravidanza, ho la sua immagine con in braccio mio figlio Francesco piccolissimo davanti al negozio. Conservo, tra gli altri, il ricordo di un bellissimo pranzo, qui ad Asti, a base di tartufo, con Giulio, i suoi principali collaboratori in Federottica e le loro consorti. Una domenica di gioia e di risate tra tante attività che portavamo avanti. Un ricordo bellissimo di quel viso sorridente, di quegli occhi vispi, di quei racconti tra le stanze della palazzina Velati, così piena di arte e di storia. Ho imparato tantissimo da Giulio e lo porterò sempre nel cuore. Le mie condoglianze vanno alla famiglia, ai collaboratori e a tutti coloro che, come me, oggi hanno perso un amico e un punto di riferimento».
«Ho conosciuto Giulio più durante la mia presidenza a Federottica Matera – spiega Domenico De Stefano – che come consigliere nazionale, perché fui eletto alla fine del suo ultimo mandato (da presidente nazionale Federottica, ndr). Da subito entrammo in sintonia con sincera amicizia e, nonostante l’oggettiva distanza, non c’era anno che non ci scambiavamo auguri durante le varie festività, condividendo pensieri e riflessioni su iniziative reciproche. Ho anche un suo bel ricordo quando, nel luglio 2014, venne in vacanza con sua moglie Nena visitando Matera e si andò a cena con qualche altro collega. Tra una portata e l’altra sorrideva, tra l’incredulo e il divertito, guardando nel suo cellulare la goleada della Germania sul Brasile, per 7 a 1 nella finale mondiale, e alla fine esclamò, col suo proverbiale sorriso: “Questi tedeschi quando giocano a tennis sono incredibili”. Ci mancherai e tanto Giulio, grazie!».
«Stavo ascoltando una poetica conversazione sull’infinito quando mi è giunta la telefonata che mi parlava di Giulio – confida Adriana Cesana – e non ho potuto fare a meno di immaginarlo, ormai, in questo magnifico infinito che ci sovrasta. Non avrò più la possibilità di sentire la sua voce che ho ascoltato per molti, molti anni e, per quanto mi riguarda, la sua delicatezza, il suo modo di concedermi la sua fiducia affidandomi responsabilità che altri forse avrebbero voluto sottrarmi. Non posso tacere la nota di tristezza che provo nel vedere via via finire, in questo suo purtroppo definitivo abbandono, il distaccarsi di un altro acino da quel grappolo di uva che, simbolo di vita, ha cresciuto e maturato in noi quell’essenza che, oggi, ci ritroviamo bene assorbita da scuole, da università, da Giulio tenacemente perseguite e raggiunte, che si sono tradotte in stuoli di giovani professionisti. Altri ricorderanno nei particolari tutto quanto ha fatto per la professione io voglio pensare invece all’uomo conosciuto nel lontano ’78, durante un viaggio professionale in America, e da allora seguito in tutte le attività che ci ha visti affiancati dall’amore per la Federottica. Voglio, però, qui ricordare caro, carissimo Giulio, la gioia che emanavi quando ci incontravamo e che mi ha sempre spinto a lavorare con te e per te. Ciao amico Giulio da Adriana».
«Tramite un collega ottica – scrive Alessandro Spiezia – sono venuto a sapere la dipartita di Giulio Velati. Grande professionista, ma soprattutto un grande personaggio. La frequentazione costante per motivi professionali – quando ero presidente Aio – mi consente di esprimere un giudizio senza dubbio positivo. Perdiamo un fiore all’occhiello dell’Ottica Italiana. Che il Signore lo accolga tra le sue braccia».
«Sono mille i ricordi personali con Giulio Velati – racconta Giuseppe Sicoli –, dalla mia cooptazione in Consiglio nazionale Federottica nella sua prima esperienza come presidente, al supporto nella mia esperienza di presidente dell’Albo degli ottici optometristi fino al nostro ultimo congresso insieme a Madrid. In questo percorso una serie di chiacchere, consigli e scambi di opinioni sia professionali che personali, inaspettate confidenze che mi terrò stretto strette nei miei ricordi. Grande visione, determinazione e volontà finalizzata al raggiungimento dei nostri “desiderata”. Rigoroso, quanto meticoloso, nella preparazione delle riunioni e di tutti gli eventi da lui organizzati. Traghettatore di una professione ai massimi livelli culturali. Tutti noi siamo riconoscenti a Giulio per il suo operato e, con grande responsabilità, ne raccogliamo il testimone morale in un futuro tutto ancora da scrivere. Persone carismatiche come Giulio, lasciano il segno nel tuo viaggio terreno, ed io sono onorato di averlo incontrato e conosciuto. Avrebbe meritato di raccogliere i frutti del suo impegno, ma non è stato così».
«Ricordare Giulio Velati significa fare un passo indietro di almeno vent’anni nella storia della mia vita. Ero infatti un giovane consigliere nazionale di Federottica – è il tuffo nella memoria di Andrea Afragoli – quando, a bordo di un taxi che doveva portarci dalla stazione Termini al luogo di una riunione, mi propose di entrare nella sua giunta, qualora fosse stato eletto presidente di lì a poco tempo. Confesso il mio stupore d’allora, perché fino a quel momento le nostre frequentazioni erano state minime. Eppure…
Alcuni mesi dopo cominciò un periodo, durato cinque anni (in realtà furono dieci, ma i primi ineguagliabili) caratterizzato da una straordinaria voglia di fare la storia per la categoria e con fine ultimo la nascita della professione sanitaria di Ottico Optometrista. Per me, furono anni di crescita senza eguali. Non ho remore nell’affermare che lo spirito della prima giunta Velati, la sinergia, l’unità d’intenti sono ancora oggi per me un punto di riferimento, mai più ripetuto.
La vita è fatta di innumerevoli episodi, molti dei quali a conti fatti inutili ed alcuni, pochi, significativi. Posso dire senza dubbi che, negli anni che ho descritto, di attimi significativi ve ne sono stati davvero tanti e se, nonostante tutto l’impegno profuso, non si arrivò comunque ai risultati sperati, a chi credette in quel percorso va riconosciuta tutta la nostra gratitudine».
«Con Giulio – racconta Luigi De Luca – sono stato vicepresidente fino alla fine del suo mandato e, quindi, di ricordi ne ho tantissimi per tutte le attività che abbiamo fatto e per tutte le azioni intraprese per far partire il corso di laurea di ottica e optometria in Bicocca. Devo dire grazie a Giulio per tutto quello che siamo riusciti a fare, sotto la presidenza Zanacchi, per formare l’università.
Era un uomo di una veduta eccezionale e di un’umanità incredibile, lo posso definire un amante dell’ottica e dell’optometria, di una signorilità e di una gentilezza infinita e di una grande professionalità in tutto quello che abbiamo creato, come le iniziative con Special Olympics.
Quando ho saputo della notizia sono rimasto basito, perché non mi aspettavo una cosa improvvisa. È una notizia triste. Posso definire Giulio un mio maestro, perché anche in campo sindacale mi ha insegnato veramente tanto. Con lui e con il compianto segretario Mauro Di Terlizzi eravamo una squadra molto, molto bella».
«L’avevo sentito l’ultima volta qualche mese fa al telefono – dice Alessandro Borghesi – e dalla voce mi sembrava in forma, anche allegro, tanto che abbiamo parlato del corso di laurea che seguiva sempre con interesse. Quel corso di laurea in ottica e optometria che è nato proprio sotto alla sua spinta. Per preparare l’avvio del corso, io e lui siamo stati ben tre anni insieme a lavorare in università senza dir niente a nessuno, perché non volevamo che si sapesse in giro, per timore che potesse esserci qualche intoppo; l’abbiamo divulgato solo quando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Velati è stato il primo a pensare che gli ottici optometristi avessero bisogno di una formazione un po’ più elevata, di qualità e completa. È riuscito, così, a coinvolgere tante persone nel progetto, realizzato grazie al contributo della Federottica. Le idee e iniziative intraprese allora, si sono consolidate e i frutti li stiamo raccogliendo ancor oggi».
«Non è facile scrivere – ricorda Andrea Rattaro – per raccontare ciò che rappresenta “il Giulio” per me. Non è solo il “collega”, è l’amico, colui che con la sua esperienza ti guida, ti consiglia, ti loda e ti fulmina quando sbagli. Ho avuto anche questo di privilegio, oltre all’amicizia, poter condividere con lui più 15 anni di lavoro per la professione. E non bastano poche righe per spiegare chi e cosa rappresenta per l’Optometria, “il Giulio”.
Non aveva più cariche formali, ciò nonostante, non ha mai smesso di mettersi a disposizione per l’intera categoria. I ricordi sono tanti, raccontarli ora sarebbe un po’ come cadere nel banale. Una cosa però mi preme ricordarla; mi ha sempre colpito il suo modo di vedere la professione optometrica, la serietà e serenità d’animo, la sua proverbiale pazienza (anche con me durante la mia presidenza dell’Albo degli ottici optometristi), ma soprattutto la grandissima generosità, in particolare quando si trattava di aiutare gli altri. Era un vulcano di idee, spesso si faceva fatica a stargli dietro. Aveva, e lo dimostrava, una grande fiducia nei confronti di chi gli stava accanto.
Ciao Giulio, non un addio, ma un arrivederci. Un grande abbraccio alla sua meravigliosa famiglia».
«In due occasioni – è la testimonianza di Domenico Brigida – ho avuto modo di conoscere più da vicino Giulio: agli Special Olympics e nella Missione Africa del 2014. Ricordo la sua grande empatia ed umanità nei confronti delle persone più “sfortunate” e, in tali casi, aveva una sua grande abilità a risolvere sempre in modo pragmatico i problemi che si presentavano. Era capace di fare mille telefonate pur di risolvere al meglio tutto».
(Prima pubblicazione 29 novembre 2023- in aggiornamento)