È in arrivo una grande festa dello sport e dell’inclusione grazie a Special Olympics, un movimento globale che mette in mostra i punti di forza degli atleti con disabilità intellettiva e/o dello sviluppo attraverso il potere trasformativo dello sport. Una manifestazione unica che mette in luce la determinazione e il coraggio di questi atleti, mostrando al mondo una prospettiva diversa sulle disabilità intellettive, favorendo una comprensione più profonda e abbattendo barriere e stereotipi.
Tutto è pronto, a Torino, per accogliere 1.500 atleti provenienti da 102 Paesi di tutti i continenti, che gareggeranno in otto discipline: sci alpino, sci nordico, danza sportiva, pattinaggio artistico, floorball, snowboard, racchette da neve e short track. All’evento partecipano più di 1.000 coach e delegati, 2.000 volontari, 3.000 membri delle famiglie, oltre 500 media accreditati e sono attesi circa 100 mila spettatori.
L’importanza dei programmi salute
La cerimonia di apertura si tiene sabato 8 marzo alle 18 presso l‘Inalpi Arena di Torino, che ospita anche i programmi salute e gli eventi speciali collaterali (Global Youth Leadership Summit, Healthy Athletes, Motor Activities Training Program, Young Athletes Program).
Tra i programmi salute c’è Opening Eyes, che ha tra gli obiettivi la salvaguardia del benessere visivo degli atleti degli Special Olympics. Ottica Italiana ha sentito i direttori clinici internazionali di Opening Eyes per l’Italia: gli ottici optometristi Renzo Velati e Simone Santacatterina, che dal 7 al 9 marzo sono impegnati nell’organizzare e coordinare le attività sul campo.
«Nell’ambito del programma Lions Clubs International Foundation Opening Eyes si effettuano screening visivi completi – spiega Renzo Velati – per l’individuazione delle anomalie binoculari, refrattive e di salute oculare a tutti gli atleti che lo richiedono. Al termine dei controlli, si forniscono occhiali da vista o protettivi per lo sport agli atleti che presentano difetti visivi non compensati. Si danno indicazioni per la prevenzione o l’invio agli specialisti, che si rendono necessari per un approfondimento specialistico delle problematiche riscontrate, secondo una scala d’urgenza. Si dà formazione ai professionisti per familiarizzare con le specifiche procedure e il corretto approccio con le persone con disabilità intellettiva».
I numeri di Opening Eyes: un supporto concreto
Opening Eyes è un programma mondiale optometrico con il supporto oculistico per la parte di salute oculare. «A Torino abbiamo un team di volontari – prosegue Velati – formato da 40 clinici, tra optometristi e oculisti, e 15 volontari non clinici, tra membri del Lions club e sostenitori. Sono state attrezzate 14 postazioni con 20 strumenti clinici professionali, in cui indagare 4 aree visive: refrazione, salute oculare, binocularità, capacità sensoriali. A disposizione, per eventuali esigenze visive degli atleti, ci sono 800 occhiali da vista, 500 da sole, 200 sportivi e maschere da sci e 100 caschetti protettivi». Fondamentale per queste attività, il supporto delle aziende sponsor globali, quali Safilo, Fondazione OneSight EssilorLuxottica, Lions Club International, Golisano Foundation; e degli sponsor locali: Centrostyle, Topcon e Eyetech Medical.
Un’opportunità per la formazione dei professionisti
L’importanza per il benessere visivo degli atleti è testimoniata anche dai risultati emersi nelle varie edizioni. «Considerando le persone esaminate fino ad ora, globalmente, nell’ambito di Opening Eyes – dice Velati – si è potuto rilevare che il 22% non si era mai sottoposto a un esame della vista, il 16% aveva un problema di salute oculare e il 36% necessitava una prescrizione di occhiali da vista».
«Sono numeri elevati – aggiunge Santacatterina – perché spesso questi ragazzi con disabilità intellettiva non si lamentano di non vedere bene o, più in generale, di avere qualche problematica di salute. Quindi, è ancora più necessario che si facciano degli screening visivi per rilevare eventuali problematiche». E un contesto positivo come quello degli Special Olympics, che favorisce anche la collaborazione tra diverse professionalità, è il luogo ideale per questo genere di attività e iniziative. «In questi giorni facciamo della formazione continua ai professionisti – aggiunge Santacatterina –, che è parte integrante del programma Opening Eyes. Lo scopo è fare il modo che i professionisti, che accedono a questo tipo di attività, siano preparati per gestire i ragazzi con disabilità nella loro pratica quotidiana».
