Longarone Fiere ha ospitato ieri, giovedì 20 luglio la cerimonia di consegna dei diplomi agli allievi dell’Its per Eyewear product manager per il biennio 2021-2023. Il corso, promosso da Certottica Group tramite la business unit Able Education – Centro sviluppo competenze Belluno Dolomiti, l’unico in Italia per il settore occhialeria, «è un fiore all’occhiello dell’education professionale che, di recente, ha visto concretizzarsi un importante accordo con l’Istituto dei mestieri di eccellenza del Gruppo Lvmh – sottolinea una nota di Certottica – e che da quest’anno vanta anche la qualificazione da parte di Acs Italia, grazie alla quale gli studenti, previo superamento del relativo test, potranno richiedere la certificazione delle competenze acquisite». Presente alla cerimonia l’assessore all’Istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità della Regione del Veneto Elena Donazzan.
Sono 14 i diplomati di quest’anno, 9 ragazze e 5 ragazzi tra i 20 e i 26 anni e provenienti in gran parte dalla Provincia di Belluno, ma anche da altre zone del Veneto e da altre regioni, in particolare Puglia e Piemonte. Gli studenti hanno ottenuto la qualifica di Tecnico superiore-5 livello Eqf (European qualification framework), che consente di sfruttare immediatamente le abilità acquisite nei vari ambiti della creazione e gestione di una collezione: dal design allo sviluppo, dalla produzione al marketing.
Hanno consegnato gli attestati Corrado Facco, a.d. di Certottica Group, e Roberto Gigliotti, direttore generale Fondazione Its Cosmo, ai neodiplomati che hanno raccontato sul palco il proprio “project work” – la collezione ideata mettendo in pratica le abilità apprese durante il biennio di training teorico e pratico – e attraverso l’occhiale prototipato e realizzato appositamente per l’occasione dalle aziende partner di Certottica Group.
«La formazione di nuovi talenti è per Certottica Group uno dei percorsi strategici più importanti – conferma il presidente Luca Businaro – in cui la stessa azienda sta investendo risorse umane e finanziarie, per la creazione e sviluppo di cicli di studio e corsi di formazione come quello per cui siamo qui in questa occasione. È questo il ruolo di una società come Certottica Group, ed è questo il ruolo che dobbiamo avere per valorizzare i nuovi talenti ed alimentare le aziende del nostro settore e del nostro territorio, con risorse umane preparate e vogliose di fare la differenza nel mondo dell’occhialeria. I diplomati di oggi sono infatti persone pronte ad entrare nel mondo del lavoro con una grande professionalità e possibilità di fare carriera».
Nel corso dell’evento, Elena Donazzan, Luca Businaro, e Corrado Facco hanno fatto il punto sul tema dello sviluppo delle competenze e sull’importanza della formazione e dell’aggiornamento del capitale umano in questo momento storico, mentre nel pomeriggio, un momento dallo straordinario valore simbolico con l’intitolazione ufficiale della “Sala Giovanni Coffen Marcolin”, fortemente voluta da Certottica in ragione della donazione effettuata negli anni scorsi dalla Famiglia Marcolin proprio a favore della formazione delle nuove leve del comparto eyewear. Ha ritirato la targa Cirillo Marcolin, figlio di Giovanni, che ha ricordato il padre e ripercorso un pezzo di storia dell’occhialeria italiana insieme al giornalista e autore Stefano Vietina.
Tutti i neodiplomati e i loro “Project Work”
Helen Benincà: 22 anni di Lentiai (BL), ha immaginato la collezione di occhiali “Icewear”, ispirata al mondo dei cocktail e dei miscelati.
Mattia Bez: 21 anni di Zoppè di Cadore (BL), ha ideato per l’occasione il brand “Essentia Eyewear”, un autentico inno al minimalismo.
Antonio Giannelli: 22 anni di Parabita (LE). La sua collezione “GNG Eyewear” racconta due grandi passioni: moda e viaggi, con uno stile semplice e contemporaneo.
Elisa Maestrelli: 22 anni di Fossano (CN) . La sua collezione “R3M” è uno studio di design in un ambiente urbano e moderno dove poter liberare e rendere possibili i propri sogni.
Lucrezia Marchesan: 21 anni di San Michele al Tagliamento (VE). Con la collezione “Pròsopon” ricorda che tutti, ogni giorno, indossiamo maschere che un occhiale può aiutarci a nasconderle o svelare.
Juri Marinello: 20 anni di Belluno. La sua “Evil Eyewear” è una collezione ispirata ai cattivi del cinema e della cronaca contemporanea, pensata per persone “alternative” e “dandy”.
Giulia Montagner:21 anni di Cesiomaggiore (BL). La sua collezione “Hispania” è dedicata al paese iberico, alla forza delle sue tradizioni, alla vivacità della sua arte e ai suoi colori sgargianti.
Lorena Musanni: 26 anni di Sedico (BL). Il fil rouge dell’anticonformismo nella battaglia per il diritto all’uguaglianza di genere vive nella sua collezione “Bonheur Eyewear”, in un parallelo tra quattro pittrici impressioniste immaginarie e altrettante donne contemporanee.
Irene Peruzzo: 22 anni di Piazzola sul Brenta (BL). Il principio filosofico della realtà, composta dall’eterna contrapposizione tra opposti che si determinano a vicenda, è alla base della collezione “Consciousness.
Cristina Peterle: 23 anni di Borgo Valbelluna (BL). La collezione “Ò.cra” è un viaggio che porta idealmente a conoscere quattro popoli africani accomunati dalla spiritualità, dall’incredibile vitalità e dall’amore per la propria terra.
Luca Rizzo: 21 anni di Ponte nelle Alpi (BL). Il progetto “Sguardi” racconta come l’occhio umano percepisce il mondo fisico: realtà, immaginazione e illusione, plasmate attraverso la creatività, intrecciate in un mix unico e irripetibile.
Giulia Viel: 22 anni di Belluno. La collezione “Double Check” racconta con semplicità e immediatezza la straordinaria potenza delle illusioni ottiche.
Andrea Zanella: 22 anni di Quero (BL). Il concept della collezione “Similarities” si basa sul parallelismo tra lampade e occhiali: entrambi svelano ed entrambi ci consentono di vedere il mondo per ciò che è realmente portando luce, nell’ambiente e sul viso.
Vanessa Zanetti: 24 anni di Lozzo di Cadore (BL). Il nome del brand “Flow Eyewear” nasce dall’acronimo “fall in love another way” (innamorarsi in un altro modo) e volutamente il termine “flaw” (difetto di fabbrica). È un inno all’irregolarità che non è imperfezione, ma rappresenta ciò che ci rende unici.