Piemontese, originario di Premeno, località amena sul lago Maggiore, Dante Caretti oggi è co-titolare della società Sublimeyewear srl, insieme alla sua compagna Cristina Frasca, oltre ad essere socio nel progetto DaTE e direttore artistico di Lab Academy di Mido.
Caretti è un personaggio poliedrico, la sua vita professionale è ricca di iniziative, incontri ed aneddoti, che Ottica Italiana ha raccolto e raccontato, a partire dalla sua visione del mercato attuale dell’eyewear e su cosa potrebbe fare un ottico indipendente per emergere. «Oggi il mercato offre veramente di tutto. Il problema è che sta nascendo è quello che io chiamo “la dipendenza dell’indipendenza”. Mi spiego meglio: se il cosiddetto mercato originale (così mi piace definirlo) si identifica tutto in prodotti noti, sicuramente top per qualità e originalità, ma presenti in tutte le ottiche originali, ecco che viene a mancare la sorpresa. Il consumatore si identifica in quei progetti dimenticando quei piccoli produttori (che io cerco) e che rendono un centro ottico veramente sperimentale.
Per questo consiglio sempre agli ottici di andare alle fiere e cercare, cercare, cercare… fino a quando si accende una lampadina, in base al loro gusto e alla loro cultura. I negozi, infatti, diventano belli per il progetto del loro proprietario e non per i prodotti che vendono. Questo è il mio consiglio più grande per fidelizzare i propri clienti e non entrare in quel ginepraio di confronto su sconti e concorrenza sleale».
A una persona positiva e curiosa del mondo come Dante Caretti, non si può non chiedere come immagina il futuro del settore. «Io vedo sempre il “bicchiere mezzo pieno”. Certo, gli scenari internazionali non ci fanno stare allegri, ma finalmente una fiera come Mido, ritornata ai fasti di prima della pandemia, mi ha fatto capire quanto sia bello e produttivo questo lavoro e come gli occhiali siano diventati un accessorio imprescindibile per ogni persona. Stanno arrivando i nuovi progetti legati alla tecnologia (personalmente sto seguendo Even Realities), altro grande passo avanti verso un settore che non si ferma mai: “Tradizione e innovazione” è il nuovo credo. Bellissimi, poi, i nuovi store che stanno nascendo e fantastiche le nuove generazioni di ottici, piene di idee e di progetti».
L’intervista integrale è pubblicata su Ottica Italiana 783-2025