Un’ondata di incertezza e preoccupazione scuote il mondo dell’occhialeria italiana. L’annuncio del presidente Usa Donald Trump, di voler imporre dazi fino al 30% dal 1°agosto, su una lunga lista di prodotti provenienti dall’Unione Europea, ha messo in allerta l’intera filiera manifatturiera del comparto eyewear.
C’è una preoccupazione altissima nel settore dell’occhialeria per i dazi, che vede in prima linea Anfao – Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici – che attraverso la voce della presidente Lorraine Berton ha lanciato un appello forte e chiaro: «La situazione è praticamente insostenibile. Ho comunque accolto e confido nell’appello del nostro presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, a mantenere la calma, trattare e affrontare la questione con lucidità. Siamo già presenti su tutti i mercati alternativi, ma obiettivamente gli Stati Uniti non sono sostituibili. È fondamentale chiarire che dobbiamo negoziare partendo da uno scenario 0-10%, non da 10-30%. Se queste misure venissero confermate, i prossimi 12-24 mesi si prospettano come un disastro: molte aziende non riusciranno a sopravvivere. Occorre fin da ora prepararsi a sostenerle per evitare una vera e propria moria del tessuto industriale”.

Il contesto: dazi Usa dal 1° agosto
L’annuncio è arrivato lo scorso 11 luglio: l’amministrazione Trump intende introdurre dazi punitivi del 30% su una serie di prodotti europei, tra cui anche beni ad alto valore aggiunto come l’occhialeria. Il provvedimento, se confermato, entrerà in vigore dal 1° agosto 2025.
Si tratterebbe di una misura dirompente, che rischia di compromettere uno dei mercati chiave per il comparto italiano: gli Stati Uniti rappresentano infatti circa il 22% dell’export totale dell’occhialeria made in Italy.
L’Europa tenta la via diplomatica
La reazione europea non si è fatta attendere. Il vicepresidente della Commissione UE Maroš Šefčovič ha definito la misura “assolutamente inaccettabile” e ha confermato la volontà di trovare un accordo diplomatico prima della scadenza del 1° agosto.
Nel frattempo, Bruxelles ha preparato un pacchetto di contromisure da 72 miliardi di euro, che potrebbe colpire prodotti americani simbolici come whisky, automobili e aerei. Tuttavia, i governi europei – inclusa l’Italia – stanno spingendo per evitare l’escalation, almeno per ora.
Donald Trump, invece, da un lato minaccia “ulteriori misure se reagirete” e dall’altro lascia ancora uno spiraglio aperto per le trattative. Mancano ancora 15 giorni e c’è il rischio del concretizzarsi della misura, ma considerando il modus operandi della amministrazione Usa i colpi di scena sono dietro l’angolo.