La miopia difetto visivo coinvolge miliardi di persone a nei paesi ad alto sviluppo tecnologico, con conseguenze sanitarie sociali ed economiche rilevanti. La prospettiva a lungo termine è ancora più negativa, visto che alla miopia elevata sono legati diversi problemi anche gravi, a volte molto debilitanti. L’epidemiologia di questo problema varia da nazione a nazione, ma gli ultimi studi vedono tassi molto alti nelle nuove generazioni: da più del 30% in Europa e 40% negli Usa si arriva a oltre l’80% in Cina, Singapore e Corea del sud.
Con la normale ripresa dell’anno scolastico, il corso di laurea in Ottica e Optometria dell’Università del Salento e l’Albo degli ottici optometristi ha lanciato l’iniziativa “Miopia? No grazie!”, aperta all’intero territorio e volta alla salvaguardia del benessere visivo delle nostre, e in particolare, delle prossime generazioni. L’iniziativa, una volta raccolti i dati e pubblicati, vuole anche sollecitare le istituzioni sul territorio, come gli assessorati regionali alla Salute e alla Pubblica istruzione e i ministeri competenti con l’auspicio di un coinvolgimento delle istituzioni, alla creazione di un progetto di studio su larga scala che coinvolga i bambini della scuola primaria e della scuola media per applicare azioni di prevenzione mirate contro la progressione miopica.
«Vogliamo testare le abitudini dei bambini in maniera scientifica. Fare sintesi – spiega Luigi Seclì, ottico optometrista, docente del corso di laurea in ottica e optometria dell’Università del Salento e promotore dell’iniziativa – per far emergere dai test, dai controlli e dai questionari le indicazioni che possono aiutarci a essere più sicuri rispetto a ciò che proponiamo in termini di prevenzione, ma soprattutto – cosa che attualmente non c’è a livello mondiale – il tipo di disturbo binoculare, associato alla miopia, che produce una maggiore velocità rispetto alla condizione miopica. È una novità assoluta in termini di ricerca che ci potrà fare la differenza nel momento in cui un professionista va a fornire una lente positiva da vicino piuttosto che altre lenti. E sarà una ricerca anche in relazione alle compensazioni adottate, così da vedere come risponde rispetto al rallentamento della progressione miopica».
Lo studio prevede il coinvolgimento delle ultime classi di scuola primaria (quarta e quinta) e della media, monitorando gli stessi bambini per tre anni consecutivi, con questionari che i genitori dovranno compilare e che costituiscono parte integrante della ricerca, assicurando il rispetto della privacy.
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di seminari in cui spiegare ad alunni e genitori i contenuti dell’azione preventiva (illuminazione, postura, movimento fisico all’aperto) e di questionari, in collaborazione con la professoressa Sara Invitto, del dipartimento di Psicologia dell’Università del Salento, con domande fondamentali per la buona riuscita della ricerca.
«Il progetto – aggiunge Seclì – è già partito con i corsi formativi per gli ottici optometristi coinvolti e sono già 60 i colleghi dei centri ottici operativi sul territorio nazionale, in particolare abbiamo adesioni da Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Campania, Trentino, Emilia-Romagna e Sicilia. Ora l’obiettivo è ampliare il progetto in tutta Italia per avere una ricerca ancor più approfondita».