Cara Adriana,
t’immagino con la tua caratteristica ironia pensare: «Questa volta ve l’ho fatta! Non potete chiedermi il ricordo…».
Eh sì, perché Adriana è sempre stata la memoria storica di Federottica e dell’optometria italiana. Ma soprattutto era una voce libera: pur avendo fatto parte fin dall’inizio dell’Albo degli optometristi, oggi Adoo, dopo i primi anni di impegno attivo, non ha più voluto ricoprire ruoli politici nell’associazione.
È stata, invece, una donna forte che si è affermata professionalmente come ottico optometrista, stimata e apprezzata dai colleghi dentro e fuori Federottica. Un impegno che le è valso il premio “Francesco Ferrante” come optometrista dell’anno nel 1997.
La sua attività all’interno dell’Adoo è stata principalmente di tipo culturale, sempre orientata alla crescita della professione optometrica. Il suo nome resta indissolubilmente legato alla Rivista Italiana di Optometria, che ha curato come una figlia per tantissimi anni, fino all’inizio del 2018.
È grazie al suo impegno se la Rio si è sviluppata ed è diventata la rivista tecnico-divulgativa di riferimento per la comunità optometrica.
Ha frequentato i nostri uffici per tanti anni ed era una figura di riferimento, un punto fermo, un esempio.
Insieme a lei, oltre ai tanti numeri della Rio, abbiamo realizzato diverse iniziative culturali, come la mostra per i quarant’anni dei Congressi dell’Albo. La ricordiamo anche tra gli autori del libro “Dal sogno alla realtà. L’ottica e l’optometria italiana vista con gli occhi di Acofis Milano”, insieme a Renzo Zannardi, Graziano Zanardi e Stefano Panzeri.
Negli ultimi anni si era dedicata alla famiglia e alle sue altre passioni: la lettura e l’arte. Seppur da lontano, non hai mai abbandonato del tutto la sua creatura, la Rio, per cui aveva sempre un occhio di riguardo.
Ci mancheranno il tuo amore per la vita, per l’arte, le tue battute sempre stimolanti e la tua amicizia, cara Adriana. Il tuo sorriso e la tua passione, però, resteranno con noi.