Un’interessante opportunità di aggiornamento professionale sul tema de “La correzione ottica in casi di cornea irregolare” e un’occasione di incontro e confronto con la classe medica. Su queste due direttrici si è sviluppato il seminario interdisciplinare organizzato da Federottica Treviso, nel pomeriggio di lunedì 10 giugno presso la sede Ascom di Castelfranco Veneto e che ha visto la presenza di oltre 60 partecipanti tra ottici optometristi, ortottisti e oftalmologi. Sul palco si sono alternati Mirko Chinellato, Andrea Da Cortà Fumei e Oscar De Bona per l’area ottico optometrica, Claudio Genisi per quella oculistica e Silvia Scarpa per quella ortottica. Hanno aperti i lavori Giorgio Rocchi, presidente Federottica Treviso, e Rinaldo Lisario, presidente dell’Associazione italiana cheratoconici.
C’è molta soddisfazione da parte del presidente della territoriale di Federottica, «è andata molto bene, eravamo in sessantatré, con una platea molto omogenea – racconta Giorgio Rocchi a Ottica Italiana – e una nutrita partecipazione anche dei giovani, oltre ai colleghi “storici”. Questo dimostra che, quando si parla di professione, gli ottici optometristi sono sicuramente interessati. I contenuti erano molto stimolanti, prima di tutto quelli arrivati da parte della classe medica, che oggi ha bisogno di una collaborazione reciproca».

E su questo tema, il dialogo con Claudio Genisi, medico oculista e relatore del convegno, ha portato spunti e stimoli importanti. «Ci ha fatto capire – sottolinea Rocchi – che la classe medica, specialmente nella contattologia, ha bisogno di una collaborazione attiva, con noi ottici optometristi, in correzioni applicative su situazioni particolari, come nel caso delle cornee irregolari». Una richiesta di maggior formazione per gli ottici optometristi su questa problematica è importante per una collaborazione fattiva, «perché questo è un settore in cui l’oftalmologo è notevolmente carente», queste le parole di Genisi, riferite da Rocchi. L’oculista ha attrezzato personalmente la struttura privata in cui opera delle strumentazioni necessarie per essere all’avanguardia e ottenere risultati effettivi delle soluzioni al problema, senza arrivare a un trapianto di cornea.
Un intervento ricco di stimoli ad incrementare la professionalità dell’ottico optometrista, «anche perché – aggiunge il presidente di Federottica Treviso – ci ha portato a conoscenza della possibilità, oggi, di risolvere parecchi casi. Negli anni precedenti le casistiche erano molto precarie, nel senso che non c’era la tecnologia a livello strumentale, ma non c’erano neanche le caratteristiche di fornitura di materiali, a livello di contattologia, che oggi riescono a sopperire a determinate situazioni».
Federottica Treviso raccoglie questo stimolo perché «è una bella sfida – conclude Rocchi – e apre un portone. Mi farò sicuramente carico di interpellare i colleghi che, magari, oggi sono fuori dall’associazione, per portarli all’interno del sistema e trovare una collaborazione».