Quello che noi oggi conosciamo come “turismo” nasce, a partire dal XVIII secolo, in un contesto di viaggio destinato a perfezionare il sapere ed accrescere la cultura. Si chiamava Grand Tour, ed era per lo più intrapreso da giovani dell’aristocrazia europea che, usciti dal vellutato ambito familiare, si cimentavano in lunghi viaggi alla scoperta di terre lontane. Ovviamente, l’Italia faceva parte del Grand Tour, e spesso ne rappresentava la parte finale (il “gran finale”!) in virtù della straordinaria concentrazione di opere d’arte e bellezze naturali. Altrettanto ovviamente, la Sicilia dei vulcani e dei tesori greci, del medioevo e del barocco, era tappa fondamentale, e Taormina fu narrata da J.W. Goethe nella sua opera Viaggio in Italia come “il più grande capolavoro dell’arte e della natura”.
L’idea romantica, ma anche esclusiva, di Grand Tour è terminata da tempo a vantaggio, come dicevo, del concetto di “turismo”, a portata di molti e quindi più democratico. A noi piace però ricordare Taormina come uno dei luoghi prediletti da giovani viaggiatori divenuti poi famosi artisti, letterati, politici. E ci piace l’idea che un ipotetico, moderno Grand Tour dell’Ottica e dell’Optometria in Italia, possa passare ancora una volta per il Sud, proprio a Taormina, in omaggio alle sue bellezze.