L’eccellenza nella produzione di occhiali è un impegno quotidiano dietro al quale ci sono, spesso poco conosciuti, maestria artigianale, know-how, capacità e tanta passione. Passione che ha contagiato gli aspiranti ottici dell’Istituto pugliese di Foggia che, con l’appoggio della scuola e dell’azienda, lo scorso 29 marzo hanno organizzato la loro visita, spinti dal desiderio di conoscenza.
Un’iniziativa che ha suscitato grande entusiasmo nei ragazzi, che hanno potuto assistere da vicino ai processi di lavorazione di una montatura in acetato di cellulosa. Materiale in cui è specializzata la “1946 Eyeworks”, azienda di Barletta fondata nel 2017 su intuizione di Michele Schirone, ottico optometrista con grande esperienza nonché nome storico del mondo dell’ottica, insieme ai figli Peter e Clay. «L’idea di fare conoscere agli studenti come si realizza un occhiale è nata da una conversazione con la preside dell’Istituto Pacinotti, dove spesso partecipo come membro esterno nella commissione di esami, su come dev’essere la formazione ottimale per i ragazzi e le ragazze che si apprestano a fare gli ottici – racconta a Ottica Italiana, Michele Schirone -. Parlando con la preside ho scoperto che gli studenti, ma anche i docenti, non hanno mai visto come si costruisce un occhiale. Da qui ho offerto la possibilità ai ragazzi della scuola, per quanto attiene alla montatura in acetato di cellulosa, di poterli avere ospiti in azienda, per far vedere loro cosa avviene dietro la costruzione di un occhiale. Opportunità che la preside ha colto di buon grado».
I ragazzi, insieme a quattro docenti, sono stati suddivisi in due gruppi guidati dal team Schirone con cui hanno potuto visitare lo stabilimento, conoscere le caratteristiche dei vari acetati e bio-acetati, toccare con mano le lastre, vedere come si tagliano, assistere dunque a tutte le fasi di lavorazione: dalla progettazione alla lucidatura. «Ho visto grande entusiasmo nei volti dei ragazzi – sottolinea Schirone – che per la prima volta hanno avuto l’occasione di vedere da vicino la realizzazione di un occhiale finito. È stata una novità sia per gli alunni sia per i docenti, i quali hanno apprezzato tantissimo quel “sapere” che include i molteplici passaggi di lavorazione – a volte arrivano a toccarne 71 -, sono inimmaginabili ai loro occhi. Conoscere finalmente il processo in quanto tale, a mio avviso, ha fatto nascere nei ragazzi un entusiasmo coinvolgente».
Sapere cosa c’è dietro la lavorazione di un occhiale serve anche, e soprattutto, a evitare il rischio della banalizzazione di questo prodotto, «che spesso è vissuto solo in funzione del costo o del mero aspetto estetico. Occorre invece conoscere, sapere che dietro a un occhiale ci sono la maestria, il tempo e l’impegno per portare a termine un prodotto che alla fine, me lo lasci dire, è un capolavoro di arte».
Durante la chiacchierata con Michele Schirone ritorna spesso la parola “passione”, che è riuscito a trasmettere non solo ai ragazzi in visita, ma anche ai dipendenti della sua azienda, composta da giovani. «Vivo la loro passione, ho vissuto le loro titubanze, le loro preoccupazioni iniziali e le incognite. Oggi, vedo una grande maestria e grandi capacità in questi ragazzi, che mi rendono orgoglioso di loro e dell’azienda». Azienda che ha partecipato recentemente sia a Mido che alla Vision Expo East a New York, «dove i nostri modelli in acetato di alta qualità hanno ricevuto grandi apprezzamenti. Alla “private label”, che rimane il nostro zoccolo duro, abbiamo affiancato altre linee, tra cui una d’impatto, con una forte impronta di carattere e personalità, e una dedicata ai bambini, di cui ho studiato naselli e appoggi».