Con riferimento a quanto comunicato dal presidente Soi, Matteo Piovella, lo scorso 4 dicembre, sulla pagina facebook della Soi, relativamente alla questione giudiziaria che riguarda l’Ottico Rattaro (Fabio Rattaro, ndr) di Genova, vorremmo sottolineare alcuni aspetti.
Innanzitutto, è stata menzionato l’Ottico Rattaro di Genova, senza specificare precisamente chi fosse, generando confusione e creando non pochi fastidi e nocumento a un collega che, unicamente per omonimia del cognome, è stato chiamato in causa. Tra l’altro questa confusione si è ampliata e ripetuta nei social, dove addirittura, un utente, nonché medico, ha commentato dicendo “è stato pure presidente regionale Federottica: non è un bell’esempio”, cosa non rispondente alla realtà.
Tornando al comunicato, frasi come: “Bloccati i falsi dottori che accecano la gente”, sono esternazioni che non stanno né in cielo né in terra. Difatti il tono e i termini utilizzati, oltre a essere di una gravità inaudita, inducono il lettore a pensare che ciò corrisponda a verità.
Tra l’altro, essendo tale messaggio pubblicato nella pagina web e sui social della Soi, ingenera nell’utente l’idea totalmente sbagliata che gli ottici siano soggetti che, oltre a svolgere attività di non loro competenza, sconfinando nell’esercizio abusivo della professione medica, siano dei veri e propri criminali.
Queste affermazioni – per Federottica – sono inaccettabili non rispondendo in alcun modo al vero, in quanto il comportamento della generalità della categoria degli ottici optometristi è improntato alla massima correttezza.
Il mantra di Federottica è sempre stato basato sul rispetto totale della divisione dei ruoli e rispettive competenze, tra medico oculista e ottico optometrista, e sulla assoluta e inderogabile necessità per quest’ultimo di non effettuare diagnosi di malattie oculari, compito questo di esclusiva competenza dell’oculista.
Relativamente alla sentenza della Corte d’Appello di Genova, riteniamo indispensabile non entrare nel merito in attesa di leggere le motivazioni della condanna in sede civile, non avendo seguito direttamente Federottica con i suoi legali la vicenda in secondo grado.
Infine, come riportato nella nota Soi relativamente all’ottico “sedicente optometrista” e alla capacità della presidenza Soi “di ottenere simili impossibili risultati” vorremmo ricordare che in diverse e più occasioni i giudici si sono espressi in modo ben diverso archiviando le accuse in capo agli ottici e asserendo – senza paura di smentita – la liceità dell’optometria, ponendo come unico limite il divieto per l’ottico optometrista di compiere valutazioni di carattere diagnostico, svolgere attività di carattere curativo, intervenire in caso di patologie oculari.