Terminata la Guerra e passata la micidiale epidemia di Spagnola, il clima sociale era a dir poco effervescente. Bisognava rimettere in moto l’economia e guardare con fiducia ai mercati sia esteri sia interni per ridare slancio al commercio.
Ha compiuto 101 anni Fiera Milano, simbolo della città locomotiva d’Italia e dei commerci internazionali, che in oltre un secolo di vita ha ospitato tantissime manifestazioni di successo, tra cui Mido, che tornerà per il 50° dal 12 al 14 febbraio 2022. Tra corsi e ricorsi storici, Fiera Milano si prepara a rimettere in moto l’economia nel post Covid, a partire dal secondo semestre di quest’anno, quando, se tutto andrà per il verso giusto con la campagna di vaccinazione, il Governo darà l’agognato via alla riapertura delle manifestazioni fieristiche.
La prima Fiera Campionaria si è svolta il 12 aprile 1920 lungo i Bastioni di Porta Venezia e vi hanno partecipato oltre 1200 espositori e 360 mila visitatori. Dopo solo 3 anni, nel 1923, si è trasferita nella Nuova Piazza d’Armi, nella zona Amendola, ed è stato un successo crescente fino al 1985 (Fiera di aprile). Nel 1997 sono stati inaugurati i nuovi Padiglioni al Portello, e, infine, nel 2005 è nato il nuovo grande polo fieristico di Rho-Pero, mentre al posto della vecchia Fiera Campionaria è sorto, nel 2017, il nuovo quartiere residenziale di Citylife.
«La Fiera rappresenta dunque un luogo di scambi commerciali – sottolinea Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano –, ma anche di arricchimento per le relazioni interpersonali, un modello virtuoso in cui il fattore umano conserva immutata la propria importanza. La rappresentazione concreta di una cultura integrale dello scambio. Ma la Fiera rappresenta anche la culla di quella cultura che oggi chiameremmo nazionalpopolare, grazie agli studi Fiera della Rai di Milano che hanno ospitato alcune tra le più seguite trasmissioni. Pensiamo a Rischiatutto e Portobello, giusto per fare due esempi tra tanti».
Insieme al territorio Fiera Milano ha sempre reagito ai periodi più bui dando slancio alla ripresa italiana più volte. «Nel settembre del 1946 – ricorda Pazzali –, a poco più di dodici mesi dai bombardamenti che l’avevano quasi interamente distrutta, la Fiera di Milano riapriva le sue porte a tempo di record. Nell’aprile 1969 un ordigno esplodeva nel padiglione fieristico della Fiat. L’anno dopo un’interminabile coda di automobili si dirigeva verso l’esposizione sconfiggendo la paura e la rassegnazione. Pochi esempi, questi, che certificano una delle tante facce di quella realtà che ci vede protagonisti da 101 anni; la storia della Fiera, come quella dell’Italia intera, è una storia di ricostruzione e di rinascita. Quasi come quella che avviene nei nostri padiglioni dove, mostra dopo mostra, le forme cambiano, si modificano, si rinnovano. Per poi, nel giro di poche ore, lasciare posto a nuove forme totalmente differenti e sempre più rivolte all’innovazione».
Il presidente è convinto che anche di fronte a questa “guerra pandemica globale” servano le fiere per dare maggior slancio alla ripresa, perché la «voglia di fiere in presenza non è passata. Anzi, sembra che la mancanza di manifestazioni registrata in questi mesi abbia addirittura accresciuto la voglia di tornare a riempire i padiglioni».
M. L.
(immagine 1970 – Fondazione Fiera Milano)