Una collaborazione importante nel settore dell’occhialeria di lusso unisce Thélios, realtà eyewear del Gruppo Lvmh, e Vogue Business. Insieme, infatti, hanno realizzato un ciclo di eventi in presenza, dal titolo “Vogue Business x Thélios Talks: definire il futuro del luxury eyewear”, per analizzare opportunità, tendenze e dinamiche dell’industria.
Il primo evento della serie, dal titolo “Visual perception: dare vita alle esperienze dei brand di lusso”, si è tenuto la scorsa settimana a New York, in concomitanza con Vision Expo East (16-19 marzo). Il dibattito è stato moderato da Magham McDowell, senior innovation editor di Vogue Business, e ha visto la partecipazione di Sara Osculati, chief brand and product officer di Thélios, di Valerie Leon, presidente di Givenchy per l’America, e di Lila Allen, senior editor di AD Pro.
«Gli occhiali – sottolinea una nota di Thélios – sono fondamentali per i marchi del lusso perché spesso sono considerati un prodotto “di ingresso”, cioè il primo prodotto di un marchio di lusso acquistato da un nuovo cliente. Per questo motivo, nei negozi di proprietà dei brand, gli occhiali da vista e da sole sono spesso esposti e presentati insieme ad altre categorie di prodotti».
Al centro del dibattito alcuni temi, come l’importanza di un visual merchandising uniforme nell’occhialeria di lusso, le indicazioni per i rivenditori multimarca nel trasmettere correttamente il messaggio del marchio e i consigli per realizzare strategie di visual merchandising equivalenti a quelle del lusso. Il visual merchandising è fondamentale per comunicare il “sogno” creato dai marchi di lusso. «Quello che le maison di lusso devono proporre, prima di tutto, è un sogno. Questo sogno – ha affermato Sara Osculati – dovrebbe essere lo stesso indipendentemente dal fatto che il cliente finale entri in una boutique o nei vostri negozi. Quando il cliente entra in un negozio e vede gli stessi codici della boutique, il cliente vive la stessa esperienza da sogno».
Osculati ha, poi, suggerito l’utilizzo di materiali di visual merchandising scalabili, adatti in un’ampia gamma di spazi e circostanze. «È nostra responsabilità progettare e definire strumenti di visual merchandising che siano scalabili e sfruttabili in base allo spazio di vendita, in modo da poter passare da ambienti molto ampi della maison ad altri più piccoli».
Gli elementi portanti della strategia di merchandising di Givenchy sono stati condivisi da Valerie Leon, che ha focalizzato la necessità di puntare sulla coerenza dell’immagine, dai materiali di lusso nei negozi a un’estetica coerente della campagna sui social media, nell’e-commerce, nella pubblicità esterna e nei punti vendita. Un consiglio ulteriore si è riferito all’opportunità di cambiare gli allestimenti anche in assenza di nuovi prodotti. «Quando si mettono gli stessi prodotti – ha sottolineato – che sono arrivati in negozio giorni prima in un posto diverso, vediamo gli affari triplicare in 10 giorni».
L’intervento di Lila Allen ha illustrato una serie di recenti esposizioni di possibile ispirazione per il retail, con il suggerimento di sfruttare gli elementi architettonici interessanti esistenti negli spazi commerciali, come massimizzare la luce naturale, che può aiutare i prodotti a risplendere, o sfruttare il fascino della storia di un edificio, che può valorizzare l’esperienza complessiva.
Sara Osculati ha quindi incoraggiato a sostenere gli investimenti di ciascun marchio nelle campagne pubblicitarie e nel visual merchandising, perché aiutano sia i marchi, sia il retail. «Si spendono ingenti somme per la loro realizzazione, quindi si ha un vero e proprio tesoro tra le mani. Quando si ha la giusta immagine pubblicitaria esposta nel negozio, combinata con la perfetta rappresentazione dei codici di visual merchandising che il marchio sta esprimendo, si possono trarre – ha concluso – enormi benefici da questa armonia».